3 marzo 2025
Testo dell'intervista a Il Messaggero del 2 marzo 2025
I dati evidenziano la difficile situazione delle edicole italiane, sempre più schiacciate da costi insostenibili e dalla crisi del settore. Alberto Barachini, sottosegretario con delega all’informazione e all’editoria, come il governo pensa di intervenire? «Abbiamo deciso di stanziare circa 17 milioni di euro all’interno di un prossimo Dpcm (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, ndr) per porre rimedio. Oltre 10 milioni andranno per sostenere le edicole sparse sul territorio nazionale».
Per cosa saranno utilizzati invece altri fondi? «Una parte andrà ai distributori che operano nei Comuni sotto i 5mila abitanti, soprattutto nelle aree interne del Paese dove oggi fanno fatica ad arrivare e la distribuzione rischia così di essere economicamente non sostenibile. Il resto invece sarà destinato alle attività che nei piccoli centri vendono giornali pur senza essere edicole. L’Italia è il paese degli 8mila comuni e il governo intende dare continuità alle misure messe in campo negli anni precedenti, sostenendo qualunque punto di distribuzione dei quotidiani per incrementare la capillarità e la diffusione dell’informazione».
Che tempi prevedete per l’arrivo a destinazione di queste risorse? «L’obiettivo è varare il Dpcm entro fine marzo. A quel punto, i gestori delle edicole potranno presentare le domande ed entro due o tre mesi riceveranno il sostegno economico. E’ un intervento urgente e per noi prioritario: ad aprile, ad esempio, il comune di Amatrice rischia di restare senza giornali per la chiusura delle due edicole presenti. È impensabile che in un luogo simbolo, già martoriato dal terremoto del 2016, a breve ci sia il rischio di non trovare giornali. Ma serve il contributo anche delle Regioni».
Come stimolarlo? «Una volta che il Dpcm sarà pronto è mia intenzione illustrarlo alla conferenza Stato-Regioni per sollecitare una soluzione nelle zone dove ci sono problemi maggiori. Penso all’Umbria, al Molise, alla Puglia oppure ancora alla Val d'Aosta. Non si può più aspettare e ognuno deve fare la sua parte come ha evidenziato recentemente anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (il 13 febbraio a Perugia, ndr), sottolineando il valore della battaglia delle edicole per resistere ai cambiamenti in corso».
Oltre al sostegno economico, cosa serve per rilanciare il settore? «Soprattutto nelle grandi città, parlando con le associazioni degli edicolanti, la spinta è verso la creazione di strumenti nuovi, che si adattino alle abitudini dei tempi che cambiano. Oggi sappiamo che sempre più persone si stanno abituando al delivery, dal cibo all’abbigliamento. Sono profondamente convinto che se questi servizi fossero attivati per la consegna dei quotidiani, parecchi anziani ne beneficerebbero, anche tutti i giorni. Oggi molti si fanno portare la spesa a casa, perché non pensare che possa essere lo stesso anche per giornali e riviste?».
Come allargare invece la platea anche ai più giovani? «Da anni le scuole che vogliono abbonarsi a quotidiani, riviste o settimanali di fatto non devono pagare, perché il costo è sostenuto dal dipartimento Editoria. E’ una strada nella quale crediamo molto ed abbiamo investito, anche con una semplificazione delle procedure, per avvicinare gli studenti al mondo dell’informazione».
Infine, negli anni scorsi erano state lanciate molte iniziative da parte dei Comuni, anche in ordine sparso, per aumentare servizi e beni venduti nelle edicole. Come lavorare anche su questo fronte? «Il problema è che se i margini di guadagno sono risicati, l’edicolante non è certo incentivato a fare investimenti. Oltre al fatto che occorre pensare anche alla necessaria formazione, per rendere gli addetti i in grado di sbrigare per esempio piccole pratiche burocratiche, ma abbiamo esempi virtuosi in alcuni comuni, dove le edicole sono diventati centri per la ricezione dei pacchi o per il pagamento delle bollette. Bisogna proseguire su questa strada».
Intelligenza Artificiale , Contributo edicole