14 marzo 2024
L'intervista di Claudia Voltattorni
Sottosegretario Barachini, con l’intelligenza artificiale è una corsa contro il tempo?
Alberto Barachini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’editoria, sorride: «Siamo assolutamente in tempo. Europa e Italia hanno lavorato molto bene anticipando i temi di quella che è una vera rivoluzione: il voto del Parlamento Ue della prima legge sull’intelligenza artificiale è molto importante e mostra come la risposta dell’Europa sia stata efficace e rapida».
Anche l’Italia si muove?
«Il governo è al lavoro su un disegno di legge che arriverà entro due settimane. È partita la raccolta di investimenti, la premier Giorgia Meloni ha parlato di un miliardo di euro da investire in questo ambito e il sottosegretario Butti sta lavorando allo sviluppo tecnologico. Per quello che mi compete, ho presentato alla premier il lavoro della Commissione AI per l’informazione che dal novembre scorso sta lavorando sulle linee d’azione per affrontare questo fenomeno».
Per l’informazione e l’editoria, i rischi di abuso dell’AI sono reali. Come pensate di intervenire?
«Prima di tutto, bisogna ragionare su quello che può portare l’intelligenza artificiale: molte opportunità. Ma vanno studiate le ricadute occupazionali. Noi siamo impegnati a governare questo processo, per tutelare e difendere gli orizzonti culturali, professionali e occupazionali nazionali e del mondo editoriale e informativo».
Bisogna aver paura dell’intelligenza artificiale?
«No, come dicevo è un fenomeno che non va frenato ma governato. Non bisogna spaventare le persone, ma formarle e informarle mostrando l’intelligenza artificiale in chiave positiva. Penso al mondo dell’informazione, studiamo come possa accompagnare il lavoro giornalistico».
Pensate a nuove regole?
«Il lavoro della Commissione ha rilevato 7 ambiti di azione, è un risultato molto vicino alla legge votata in Europa, l’Italia è allineata: si va dalla tutela del diritto d’autore all’obbligo di registro sui contenuti informativi protetti; dalla trasparenza e tracciabilità dei contenuti prodotti dall’AI tramite certificazione standardizzata, filigranatura e marcatura temporale, alla difesa dei profili occupazionali, oltre al contrasto alla disinformazione; e poi vigilanza sulle dinamiche concorrenziali e gli impatti sui ricavi pubblicitari e creazione di una governance sull’AI. Decisivi i contributi dei nostri esperti e di padre Benanti».
Basterà contro la disinformazione e a proteggere il giornalismo?
«Per il nuovo disegno di legge stiamo studiandol’introduzione del reato di deep fake contro chi crea un danno con informazioni manipolate. Penso alle prossime elezioni, a quanto sarebbe facile diffondere audio e video creati artificialmente. Serve intervenire e spingere gli editori a proteggere la propria reputazione ed essere più responsabili. Credo fortemente che l’informazione si possa fare solo con i giornalisti».
Riusciremo a sfruttare l’AI o la subiremo?
«Io sono ottimista, è interesse di tutti avere delle regole e costruire la capacità di leggere la realtà in modo libero e trasparente per comprenderla».
Barachini , Editoria , Corriere della Sera , Intelligenza Artificiale