21 dicembre 2012
Presentazione
Il Dipartimento per le Pari Opportunità e il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali promuovono una campagna contro ogni forma di discriminazione nei confronti di persone omosessuali.
La normalità della nostra vita quotidiana, dove protagoniste sono le differenze tra gli esseri umani che la rendono ricca e interessante, può essere devastata da paure senza motivo. L’omofobia è una di queste paure immotivate: è l’avversione irrazionale e generica contro gay e lesbiche, che troppo spesso si traduce in atteggiamenti persecutori e violenti. Promuovere la cultura del rispetto vuol dire creare consapevolezza: discriminare l’omosessualità equivale a discriminare un naturale modo di essere.
Obiettivi
Capita ancora troppo spesso che le persone vengano giudicate solo in base ad un aspetto privato: il proprio orientamento sessuale. Vittima di questa superficialità discriminatoria non sono solo gay e lesbiche ma la società intera, ma è solo nei confronti delle persone omosessuali che si sottolinea come un disvalore. Obiettivo della campagna è dunque quello di sensibilizzare l’opinione pubblica contro ogni forma di atti discriminatori nei confronti di persone omosessuali e promuovere la “cultura del rispetto”: il rispetto della persona, dei diritti e delle differenze.
Target
Uomini e donne di tutte le età
Contenuto dei messaggi
Il messaggio della campagna è incentrato sui concetti di uguaglianza, parità e rispetto. La spot tv mette in scena caratteri connotativi, primi piani di persone autodefinite da un tratto specifico - mancina, rosso di capelli, alto, lesbica, intonata, gay - unite da un’affermazione sostanziale: “E non c’è niente da dire”. Il claim della campagna “Sì alle differenze. No all’omofobia.” sottolinea come l’omofobia sia un pregiudizio che non tiene conto del fatto che le differenze fra le persone rappresentano una ricchezza e un valore, un pregiudizio che ostacola rapporti equilibrati tra esseri umani
Strumenti e mezzi
La campagna è stata diffusa, a partire dal 21 dicembre 2012, attraverso una pianificazione cross media che ha visto coinvolti i seguenti mezzi di comunicazione di massa: freepress, stampa settimanale, affissioni, attività below the line, videocomunicazione nelle principali stazioni italiane, spot televisivo e radiofonico di 30”.
Fonte: Dipartimento per le Pari Opportunità